Ancorarsi al presente, essere attenti, venire volutamente a contatto con le parti più belle o più dolorose e più profonde del nostro essere e, soprattutto, non identificarci con i nostri pensieri, significa portare l’attenzione su ciò che veramente conta e, grazie a ciò, capire come vivere appieno la nostra vita.
“Mindfulness significa prestare attenzione, con intenzione, al momento presente e in modo consapevole e non giudicante.”
La Mindfulness è una pratica riconosciuta clinicamente ed utilizzata in vari ambiti tra cui quello professionale, personale, educativo, scolastico, clinico, neurologico e sportivo. La pratica Mindfulness, tutt’altro che trascendentale, rappresenta una chiara possibilità di valorizzare chi siamo, riconoscendo consapevolmente limiti e difficoltà ma imparando a NON vivere attraverso essi.
Sono ormai consolidati i risultati scientifici di moltissime ricerche in campo neurologico e psicologico sui benefici della pratica costante della mindfulness.
Vediamo i principiali:
1 *** Diminuisce i livelli di cortisolo. Le ricerche dimostrano che praticando la mindfulness si presentano livelli inferiori di cortisolo, il cosiddetto ormone dello stress.
Matousek e altri (2010), Jacobs Tonya e altri (2013), Tange e altri (2007)
2 *** Diminuisce i livelli di sostanze chimiche a effetto infiammatorio che rilasciamo quando siamo stressati, come le citochine, che provocano diversi sintomi di depressione.
Witek-Janusek e altri (2008), Rosenktanz e altri (2013)
3 *** Aumenta la melatonina e la serotonina, neurotrasmettitori che sono implicati nella stabilità dell’umore, nello sviluppo di emozioni positive, nella prevenzione dello stress e dei processi d’invecchiamento.
Solberg e altri (2004), Yu X e altri (2011), Larouche e altri (2015)
4 *** Aumenta marcatamente il rilascio di dopamina, la sostanza legata al senso del benessere, incrementa i segnali nervosi nelle regioni connesse alla regolazione dell’umore e al controllo dell’attenzione.
Kjaer e altri (2002), Rubia (2009), Chiesa e altri (2010)
5 *** Diminuisce l’attività e lo spessore dell’amigdala, una struttura del sistema limbico che regola le nostre reazioni di stress, collegate alla paura e all’ansia e che risulta iperattiva nelle persone depressse.
Creswell e altri (2007), Way e altri (2010)
6 *** Diminuisce la ruminazione (vagabondaggio mentale), in quanto riduce l’attività della rete cerebrale di default. La modalità predefinita degli umani infatti è quella del vagabondaggio mentale, che è in correlazione con l’infelicità.
Brewer e altri (2011)
7 *** Aumenta l’attività nella corteccia prefrontale sinistra. L’attivazione di quest’area è legata alle sensazioni di benessere, alle emozioni positive e alla regolazione delle emozioni.
Richard Davidson e altri (2003)
8 *** Attiva il sistema nervoso parasimpatico (meditazione mindfulness del respiro), che ristabilisce il corpo dalle reazioni di stress con una conseguente diminuzione del battito cardiaco e della pressione arteriosa.
Melville e altri (2012)
9 *** Aumenta la risposta immunitaria, il che indica che la meditazione può contribuire a rafforzare il sistema immunitario.
Richard Davidson e altri (2003) Tange e altri (2007)
10 *** Aumenta lo spessore della materia grigia in aree come l’ippocampo, che gioca un ruolo importante nei processi di apprendimento e di memoria.
Hozel e altri (2011)
Praticare la mindfulness va ben al di là di una semplice pratica da ripetersi ugualmente ogni giorno. Sebbene esistano tecniche e strumenti, praticare la mindfulness vuol dire impegnarsi ad avere una connessione più forte e consapevole con noi stessi.
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