Quando si parla di felicità al presente, una cosa che molte persone solitamente fanno è confondere i piaceri con le gratificazioni. Sono due concetti ben diversi, vediamoli.
I piaceri sono sensazioni intense che derivano dai nostri sensi e dalle nostre emozioni. Sono fugaci ed effimeri e spesso hanno una durata limitata. Sto parlando, ad esempio, di: gioia, eccitazione, orgasmo, beatitudine, allegria, esuberanza.
Le gratificazioni, invece, sono quelle sensazioni scaturite dalle attività che amiamo fare, ma a differenza dei piaceri non sempre ci danno un godimento istantaneo. Potremmo dire che le gratificazioni ci prendono totalmente, facendoci impegnare a fondo. Hai presente quando perdi la consapevolezza di te stesso e del tempo che trascorre? Ad esempio, fare un’escursione in montagna, parlare con un amico che non sentivamo da tempo, leggere un libro, suonare uno strumento, ballare, praticare il nostro sport preferito, ecc. Il tempo si ferma e noi siamo concentrati e assorti completamente nel nostro compito, che non è né troppo facile, né troppo difficile per noi. Questa condizione è anche detta flow, o flusso in italiano.
Le gratificazioni durano più a lungo dei piaceri, richiedono una buona dose di impegno e pensiero e sono sostenute dalle nostre potenzialità e virtù.
Tornando ai piaceri, questi sono molto sensibili ai nostri cinque sensi i quali fungono da veicolo. Possono procurare piacere una bella giornata di sole, un gelato al nostro gusto preferito, una canzone dei Beatles, la foto di cuccioli di cane, prendere un neonato il braccio, il nostro primo appuntamento con la ragazza che ci piace, ecc. Purtroppo non è possibile costruire la nostra vita attorno ad essi, perché sono per definizione fugaci e inafferrabili e soprattutto perché portano assuefazione. I primi minuti seduti attorno a un fuoco ci danno piacere, ma dopo qualche minuto questo cala. É un po’ come se dopo un po’ i piaceri stessi passassero in secondo piano.
Quelli di cui abbiamo parlato finora sono i piaceri fisici, ma esiste un’altra categoria di piacere: i piaceri superiori. La differenza è che sono innescati da eventi più complessi e sono più cerebrali. Alcuni esempi sono: entusiasmo, beatitudine, estasi, eccitazione, ilarità, euforia, esultanza, gioia, buon umore, rilassamento.
I piaceri non solo svaniscono rapidamente, ma possono avere delle conseguenze negative. In un progetto di diverse decine di anni fa, furono impiantati degli elettrodi in un’area specifica del piacere in alcuni ratti. Questi elettrodi davano una piccola scossa ogni qualvolta l’animale azionava una levetta nella gabbia. Siccome questa scossa gli procurava piacere, il ratto era intento a premere ogni volta la levetta. Lo faceva di continuo, trascurando persino il mangiare e il bere. La scossa gli procurava piacere, che innescava la voglia di altro piacere e così via. I ratti alla fine morivano di inedia. Questo è lo stesso meccanismo del mangiare troppo, del fumare, del bere e delle tossicodipendenze. Il segreto, dicono gli scienziati, è procurarsi tanti momenti di piacere, ma disseminarli nel tempo, facendo scorrere un intervallo maggiore di quanto normalmente si faccia fra essi. Anche le cose inaspettate, se diradate, evitano l’assuefazione. Cerca di coglierti di sorpresa, magari proponendo a chi vive con te di farvi dei piccoli doni a vicenda. Non c’è bisogno di un mazzo di trenta rose, basta anche sorprendere il partner a letto la mattina con una tazzina di caffè. O, per esempio, mettere alla radio il suo brano preferito mentre siete in viaggio in macchina.
Un altro modo per far durare di più i piaceri è quello di assaporare il momento. Non voglio ridurre questo concetto che è semmai una filosofia di vita (si veda la mindfulness), ma un modo per iniziare è quello di fermarsi e sforzarsi di avere la consapevolezza del momento presente, senza pensare al passato, che orami è andato, né al futuro, che ancora non c’è. Purtroppo oggi siamo sommersi da tanta tecnologia, come Internet, email, cellulari, ecc., che, anche se sembrano darci più tempo, fanno esattamente l’opposto. Ci rendono schiavi e ci evitano di rimanere nel qui e ora. Non sto demonizzando la tecnologia, ci mancherebbe, è più una questione di usarla bene.
L’altro giorno ero steso sul prato del mio parco, sotto l’ombra di una grande quercia e con gli auricolari ascoltavo una delle mie canzoni preferite. Ma questa volta avevo deciso di ascoltarla veramente, non distratto mentre svolgevo altri compiti. Sono riuscito a prestare attenzione a tutte le sfumature della voce del cantante, al giro del basso, agli arpeggi puliti della chitarra. Mi sono emozionato e ho pensato che quella era la prima volta che ascoltavo davvero quel pezzo. Avevo letteralmente la pelle d’oca.
Un’altra volta mi trovavo a fare trekking in montagna. A un certo punto mi fermai qualche minuto per riposare, seduto su un enorme masso che probabilmente era lì da qualche milione di anni. Ho iniziato a inspirare ed espirare profondamente. Avvertivo un penetrante profumo. Mi guardai intorno per capire da dove venisse e scorsi una piccola piantina di lavanda. Chiusi gli occhi e rimasi in ascolto del vento, facendomi accarezzare dal tepore del sole. Allungai una mano per raccogliere un sasso e decisi di portarlo a casa come souvenir. Lo tocco e lo accarezzo, facendo attenzione alla superficie rugosa e alla forma. Decido di annusarlo e l’odore del muschio mi riporta a dei ricordi lontani che credevo abbandonati.
Se vuoi assaporare davvero un momento, piccolo o grande della tua vita, prova ad applicare queste semplici tecniche:
- Condividi l’emozione con gli altri
- Conserva un souvenir
- Congratulati con te stesso
- Intensifica le percezioni
- Immergiti totalmente in quello che fai, senza riserve
Vedrai che alla fine di tutto torna sempre lei, la gratitudine, che fa capolino nella nostra vita ogni qualvolta le vogliamo dare un senso e la vogliamo portare ad un livello superiore.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!