La leggenda narra di un contadino che fece un lungo viaggio in Cina, alla ricerca di nuove specie di piante da far crescere nel suo terreno. Un bel giorno arrivò in uno sperduto villaggio e per caso passò accanto a una piantagione di bambù. Ma non erano i soliti bambù, questi erano davvero maestosi, molto alti e grossi. Il proprietario lo notò intento ad ammirarli, così si avvicinò e decise di regalargli un seme di quei bambù. “Mi raccomando”, disse, “devi prendere cura di questo seme e annaffiarlo ogni giorno, vedrai che incredibile pianta farà”.
Il contadino, al ritorno nel suo paese, era impaziente di far crescere quella meravigliosa pianta nel suo giardino. Seminò il piccolo chicco e bagnò la terra. Ogni giorno il contadino, diligentemente, annaffiava il terreno. Passarono i giorni e il contadino era sempre più impaziente, ma non vi era traccia di alcun germoglio. Passarono le settimane e poi i mesi, ma niente. Il contadino pensò che il seme era stato infruttuoso e diverse volte fu tentato di abbandonarlo. Però le parole del contadino cinese gli facevano eco nella sua mente: “Il segreto è non smettere mai di prendertene cura”, così continuò ad annaffiarlo ogni giorno. Passò un anno, poi due anni, poi tre anni, ma niente. Un bel giorno, però, qualcosa di nuovo accadde. Il contadino, mentre versava come al solito un po’ d’acqua nella terra fertile, notò un piccolo bocciolo verde. Finalmente, pensò! Tutto il lavoro di questi anni mi sta ripagando. Il bambù crebbe e in pochi giorni raggiunse l’altezza di diversi metri ed era solido e maestoso, proprio come quelli che il contadino aveva visto nel suo viaggio in Cina. Ma cosa era successo? Perché ci sono voluti tre anni perché il seme germogliasse e poi pochi giorni affinché il bambù arrivò al suo splendore? Il motivo è semplice. Non è vero che nei tre anni non stava succedendo niente, anzi. Dal seme stavano crescendo le radici e piano piano, anno dopo anno, queste crebbero e divennero molto estese al di sotto della terra. Solo quando queste avevano raggiunto la dimensione giusta, l’alberò poteva spuntare e finalmente crescere. Se il bambù fosse nato subito, questo non avrebbe avuto la solidità necessaria e probabilmente sarebbe stato spazzato dal vento.
Questa storia ci dà almeno un paio di lezioni di vita.
La prima lezione è su come la pazienza e la perseveranza sono degli ingredienti fondamentali per il successo e per raggiungere degli obiettivi sfidanti. Purtroppo molti si arrendono alle prime difficoltà, non raggiungono quello che volevano e, magari dopo, danno anche la colpa alle circostanze. Un’altra riflessione è questa: se lavoriamo duro ma non stiamo ottenendo i risultati sperati, non vuol dire che non stiamo progredendo. Spesso anche noi abbiamo bisogno delle radici prima, cioè di quei piccoli ma costanti progressi che sono quasi invisibili. Poi a un certo punto otterremo di colpo il risultato voluto, il quale è sempre frutto di un lavoro continuo e metodico.
Ti è mai capitato una situazione di questo tipo? A me tante volte. Ad esempio, qualche anno fa mi misi in testa di voler imparare lo spagnolo. Mi piaceva molto come lingua ed ero determinato ad impararlo a tutti i costi.
Per cui, comprai libri, feci dei corsi, ascoltavo i podcast, leggevo libri vedevo i film in lingua originale, ma niente. Non vedevo grandi progressi. Sì, sapevo pronunciare molte parole e anche degli idiomi caratteristiche del linguaggio, ma ero molto sconfortato, sentivo che, nonostante il mio impegno e il mio lavoro, non facevo alcun progresso. Un bel giorno, mentre facevo una passeggiata in centro a Roma, una coppia di turisti sudamericani si avvicinò e mi chiese la direzione per andare a un museo. Dissi loro che la la destinazione era sul mio percorso e ci sarebbero voluti una ventina di minuti camminando. Pertanto decisi di accompagnarli al museo. Durante il cammino notai che erano di madre lingua spagnola e, quasi d’istinto, iniziai a parlare in spagnolo. Discutemmo di varie cose e dopo un po’ notai, non senza sorpresa, che ero fluente e riuscivo a farmi capire bene e a intenderli senza problemi quando si rivolgevano a me. Non solo, quando arrivammo a destinazione la coppia mi fece anche i complimenti per il mio ottimo spagnolo! Non riuscivo a crederci! Io che pensavo di non aver fatto progressi in tutto quel tempo, invece avevo centrato l’obiettivo senza neanche accorgermene.
Gli obiettivi importanti che contano per noi, quasi sempre, non si raggiungono improvvisamente di colpo. Serve un volenteroso e incessante lavoro, fatto con intelligenza e costanza. Se anche non vediamo i frutti da subito, non vuol dire che non stiamo facendo alcun progresso. Semplicemente è prima necessario che crescano le radici e che si sviluppino adeguatamente. Quando sarà arrivato il momento giusto, scoprirai, quasi d’improvviso, come l’obiettivo che ambivi, e per cui hai lavorato tanto, sarà finalmente alla tua portata di mano.
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