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Simona, una giornalista trentenne, mi contattò diversi anni fa perché il suo matrimonio era finito e aveva bisogno di rimettere insieme i pezzi da persona single. Nel corso della prima seduta di counseling le chiesi di parlarmi del suo matrimonio e delle ragioni per cui era finito. “É stato un divorzio molto civile”, disse lei, “Nessuna lite, né scontri. Io e il mio ex abbiamo dei buoni lavori, per cui ciascuno è finanziariamente indipendente”. “Per nostro figlio di otto anni abbiamo firmato un accordo di affidamento che funziona egregiamente”. Dopo qualche altro dettaglio, le chiesi di parlarmi dei motivi della rottura. “Era finito l’amore fra noi”, dichiarò sicura Simona. “Quell’amore romantico che c’era è stato via via sostituito da una patina grigia di quotidianità, presi dai rispettivi lavori e dalla crescita di nostro figlio”. “Andavamo sempre d’accordo, ma un po’ come fratello e sorella, per cui convenimmo che era meglio affrontare la situazione e separarci, piuttosto che continuare a fingere, per poi arrivare a sessant’anni e pentirsi di non aver vissuto la vita che volevamo”.

Decidemmo insieme di lavorare sulla sua ansia e su quel senso di inadeguatezza che caratterizzava ormai i suoi giorni. Simona era una ragazza intelligente e ben adattata sotto il profilo emozionale. Rispose bene al counseling e ritornò a riprendere la sua vita di single.

Forse ti ritrovi in questa storia, magari semplicemente all’interno di un rapporto di fidanzamento. Può capitare a tutti una diminuzione del grado di passione all’interno della coppia e spesso lo leggiamo come l’inizio della rottura della nostra relazione. Ci interroghiamo affannosamente se siamo ancora innamorati o no, in fondo lui/lei è cambiato, non è più la stessa persona che era quando l’ho conosciuta. Spesso e volentieri i primi segni di cambiamento nei sentimenti producono un fastidioso senso di ansia e a volte panico. “Cosa sta succedendo?” ci diciamo, “Siamo ormai sempre in disaccordo su quasi tutto”. Così piano piano ci si allontana sempre di più. Che si fa in questi casi? Sull’argomento sono state scritte tonnellate di libri, e gli esperti danno consigli a profusione. A volte di buon senso, altre volte più improbabili, qualche volta funzionano, altre volte no.

Tuttavia, quando notiamo un certo cambiamento nel nostro rapporto, quello che dovremmo fare è cercare di prendere un sereno distacco da quanto sta avvenendo. Per quanto difficile è importante cercare di osservare la situazione dal di fuori, con meno condizionamenti emotivi possibili. Sì è vero, non è una cosa facile. Da quando nasciamo e per tutta la vita, passiamo dall’infanzia all’ adolescenza, dalla maturità alla vecchiaia e questo lo consideriamo normale. Anche un rapporto è ‘qualcosa’ di vivo e dinamico, non statico. In fondo si tratta di due individui che crescono e cambiano, all’interno di un’ambiente che cambia anch’esso. È normale che qualunque rapporto, pertanto, attraversi delle fasi e si evolva. In qualsiasi rapporto l’intimità presenta tre facce: intellettuale, emotivo e fisico. Pertanto, lo scambio di idee, la condivisione delle emozioni e il contatto fisico, sono elementi fondamentali per una relazione sana. E tali equilibri posso variare nel corso della vita. In un periodo ci sentiamo più attratti sessualmente, in altri prevale la componente mentale e razionale. Questo non deve fare paura.

Nel suo libro ‘Il comportamento intimo’, Desmond Morris, psicologo di fama mondiale, afferma che l’uomo, nel corso della sua vita, attraversa tre stadi di intimità: ‘tienimi stretto’, ‘mettimi giù’ e ‘lasciami in pace’. Nel bambino piccolo prevale la prima fase. Vuole stare vicino ai genitori, sentirne sempre la presenza. Quando crescono, i bambini vogliono esplorare il mono, quindi passano alla fase successiva e così via e i tre stadi si alternano e si sovrappongono nel corso della vita, anche da adulti. Il livello di intimità con gli altri cambia di continuo e per raggiungere il nostro pieno potenziale umano, dobbiamo riuscire a bilanciare correttamente senso di intimità e bisogno di indipendenza e di autonomia.

Se comprenderemo questo, non reagiremmo più con quel senso di panico che ci attaglia ogni qual volta avvertiamo un certo cambiamento all’interno della coppia. Non ci sommergeremo di domande quando ci accorgeremo di ‘allontanarci’ la prima volta dal partner. Certo, un crescente distacco emotivo all’interno della coppia è a volte sintomo di gravi problemi e può sfociare in una rottura. Ma il punto è che provare una certa distanza non è per forza il segnale di un disastro. A volte è solo la fase di un ciclo e serve a far evolvere il rapporto in nuove forme. L’atto di accettare e riconoscere che il cambiamento è parte integrante delle persone e delle relazioni è assolutamente fondamentale. A volte scopriamo che proprio quando ci sentiamo delusi, una trasformazione feconda è in atto; perché tali periodi di transizione possono diventare quelli cruciali in cui comincia a maturare e fiorire il vero amore. Dopo tale fase, forse la relazione non si baserà esclusivamente sulla passione sfrenata, ma magari si arricchirà di un’appagante componente intellettuale. Guarderemo il nostro partner con occhi nuovi, per quello che è realmente, con difetti e debolezze, senza idealizzarlo più.

Forse il matrimonio di Simona si sarebbe potuto salvare se entrambi avessero dato spazio alla trasformazione che era in atto nel loro rapporto. Ma la storia non finisce qui. Infatti, dopo un paio d’anni Simona mi scrisse una lunga email, raccontandomi che lei e il marito erano tornati insieme. Grazie all’affidamento congiunto del figlio, continuarono a vedersi e scoprirono che, in fondo, si amavano ancora. Certo, non era più quell’amore passionale di una volta, ma questo a loro non importava, si accettavano così com’erano e ora vivevano la loro vita di coppia felici e appagati.



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